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Torre dell'Esperò Reyal (o dello Sperone o di Sulis)

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La  Torre dello Sperone (Esperò Reyal) prende il suo nome dalla presenza a ridosso della stessa di una propaggine della fortificazione, uno sperone, appunto.

Oggi è più nota con il nome di "Torre di Sulis" datole dopo che il rivoluzionario cagliaritano Vincenzo Sulis vi fu rinchiuso trascorrendo ben 22 anni di isolamento al suo interno.

La Torre dello Sperone è certamente tra le più maestose: mura spesse ben 6 metri per tre piani dalle volte altissime, sorrette da enormi nervature; tutti i piani sono collegati tra loro attraverso una scala interna di forma elicoidale ricavata nello spessore del muro.

L'ingresso odierno, posto al piano terra, in realtà è stato aggiunto in epoca relativamente recente, dopo l'abbattimento delle mura di recinzione che congiungevano le vicine torri di San Giacomo e di San Giovanni. Il vero accesso era collocato al primo piano: vi si giungeva percorrendo la sommità delle stesse mura. E' facile individuare la parte dove s'innestava la muraglia semplicemente osservando i lati degli ingressi. I lavori di riqualificazione degli spazi, effettuati nell'ambito del progetto "Muralla 2000", completati in in esterno nel 2007 e nell'interno della torre nel 2009,  hanno consentito di riportare alla luce la porzione delle mura di fortificazione sopravvissute alla demolizione di fine '800 e che giungono sino al livello del mare, circa 6 metri più in profondità. Tali resti sono stati resi visibili, integrati nella nuova pavimentazione a testimoniarne l'antica presenza.

I grandi cannoni sistemati di lato alla torre sono stati collocati lì agli inizi degli anni '70, dopo essere stati recuperati da un galeone spagnolo affondato al largo di Alghero intorno al 1500. La struttura di supporto in legno non è, evidentemente, originale. Stesso discorso valga per il più piccolo cannone sistemato nello slargo a metà strada tra la torre di Sulis e quella di San Giacomo.

Come molte delle altre torri anche quella dello Sperone è stata di frequente utilizzata come sala esposizioni. E da tale "naturale" vocazione deriva la decisione dell'Amministrazione comunale di inserirla nel sistema museale cittadino.


 
 
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