La cappella di
San Michele, parte integrante dell'omonima casa di campagna, è
composta da un unico ambiente con volta a botte e aula delle
dimensioni approssimative di 10 mq (foto 11) che termina con
un'abside, visibile nelle foto 1 e 2 dalla parte esterna e nelle
foto 11 e 12 per la parte interna, e da una piccola sacrestia
raggiungibile attraverso una porta posta sul lato sinistro (foto
16).
Le condizioni in cui versa l'edificio di culto
sono allo stato pessime, con evidentissimi i nefasti segni dei
vandali che hanno letteralmente demolito il presbiterio, spargendone
i resti ovunque, anche al di fuori della cappella. Parti marmoree
della mensa sono infatti visibili nel cortile (foto 4 e 5), mentre
la maggior parte dei resti di stucco dell'altare sono rimasti lì
dove l'azione devastatrice li ha lasciati.
Nonostante ciò è comunque possibile apprezzare
alcuni dettagli che dimostrano la cura posta nell'allestimento della
cappella, la quale era certamente interamente affrescata, come si
può evincere dagli scarni resti ancora visibili. Risaltano tra tutti
le immagini dell'abside, il quale mostra all'attento osservatore
l'effige di un santo (foto 13 - rielaborata per rendere maggiormente
leggibili i tratti) e una serie di motivi floreali (foto 14) posti a
circa 1 metro dal pavimento, altezza coincidente con la sommità
della mensa, chiaramente addossata alla parete come d'abitudine
prima dell'avvento delle nuove regole dettate dal Concilio Vaticano
II.
Altri interessanti resti di affresco sono
visibili nella parete sinistra, intorno e sopra la porta che conduce
alla sacrestia: qui è visibile un'immagine che con estrema
probabilità doveva essere uno stemma araldico, forse vescovile
(anche se non appare sovrastato dal cappello che normalmente
accompagna tali loghi) costituito da una cornice contenente un
riquadro suddiviso in quattro sezioni di uguale dimensione da una
croce (foto 16 e 17).
La pavimentazione è costituita da due tipi di
piastrelle, ottenute da marmo bianco e ardesia, sagomate
entrambe a forma di losanga con gli angoli arrotondati.
La sacrestia, anch'essa di dimensioni piuttosto
contenute, è pavimentata con piastrelle quadrate in cotto; su un
angolo è presente una vasca (foto 18), realizzata in un unico blocco
in pietra.
Di fronte alla cappella, sulla parte esterna, è
presente un ampio sedile semicircolare in pietra, certamente
utilizzato per dare spazio a coloro che non potevano assistere alla
funzione direttamente all'interno della cappella (foto 8, 9 e 10).
Da quanto riportato nel volume "Le chiese
campestri di Alghero" (Antonio Serra, Edizioni del Sole, 2006)
sappiamo che la cappella, così come il restante edificio, dalla fine
del XVIII secolo è appartenuta alla famiglia di Michele Ballero, la
quale provvide nel 1832 a tumularvi il figlio Antonio.