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Nell'immediata periferia nord di Alghero, tra la città e la vicina borgata di Fertilia (fondata nel 1936), proprio di lato al viale Burruni, la laguna del Calik offre scorci di grande fascino come questi che proponiamo.

Separato dal mare dall'area di Maria Pia (Foto 2), e collegato con esso attraverso il porto canale di Fertilia, nel Calik si riversano il rio Barca, il rio Filibertu ed il rio Calvia.

Sino a qualche decennio fa esisteva un ulteriore collegamento, costituito da un canale artificiale largo circa 4 metri ed utilizzato anche come sistema di alimentazione delle saline di Maria Pia (o del "Fangario"), le quali funzionarono dal XV al principio del XVIII secolo.

Il canale, una volta raggiunta la spiaggia, proseguiva sino a raggiungere il mare: era anche dotato di una copertura che consentiva di utilizzarlo come moletto per l'attracco delle piccole imbarcazione adibite al trasporto del sale. La parte terminale del moletto è ancora visibile, ma l'erosione dell'arenile degli ultimi 40 anni lo ha progressivamente "allontanato" dalla riva di diverse decine di metri! L'accentuarsi dell'erosione costiera degli ultimi 4 anni ha inoltre riportato alla luce una porzione del canale presente in spiaggia.

 

Sfruttata dall'uomo nei secoli per la pesca di bivalvi, muggini e anguille, la laguna del Calik ospita varie specie di volatili stanziali e migratori.

La sua valenza naturalistica è stata riconosciuta inserendola all'interno del territorio del Parco di Porto Conte.

Ma non vi è dubbio che i motivi d'interesse della laguna siano soprattutto storici ed archeologici: su di essa sorge infatti l'antico ponte romanico di epoca medievale, recentemente restaurato e valorizzato anche grazie al suggestivo gioco di luci che la notte lo illuminano, utilizzato per collegare i villaggi della zona di Porto Conte con il territorio di Alghero e, prima, di Corax e Carbia, il ponte dell'era fascista, l'antica chiesetta di  San Jaume (San Giacomo) risalente con tutta probabilità al XVI secolo, ancora esistente ma trasformata in deposito e sconsacrata già nella prima metà del XVIII secolo. A ciò si aggiungano i numerosi resti di edifici che sono ben visibili sulle sponde che costeggiano il viale per un'estensione di circa 1,5 Km, come si può osservare dalle foto.

Non abbiamo notizie su di essi. Si tratta di porzioni di pareti composte da pietre e conci di arenaria, alcuni dei quali si immergono nelle acque lagunari (foto 20), forse parti di edifici sorti contemporaneamente alla salina.

(Le notizie sulla chiesa di S. Jaume sono tratte da "Le chiese campestri di Alghero" di Antonio Serra, Edizioni del Sole 2006)

Foto 1
Foto 2
Foto 3
Foto 4
Foto 5
Foto 6
Foto 7
Foto 8
Foto 9 Foto 10 Foto 11 Foto 12
Foto 13 Foto 14 Foto 15 Foto 16
Foto 17 Foto 18 Foto 19 Foto 20

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Ultimo aggiornamento: 23.8.2008

 
 


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