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Iniziamo la visita alla Cattedrale presentando gli esterni, realizzati con due distinti interventi:
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la facciata vera e propria, risalente alla seconda metà del 1500;

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Il pronao in stile neoclassico,  aggiunto agli inizi del 1800.

La parte più antica cinquecentesca è contemporanea del nucleo storico dell'edificio realizzato nella seconda metà del XVI secolo esattamente dove sorgeva la vecchia parrocchiale, demolita proprio per far posto alla cattedrale.

La struttura sorge a ridosso del primo nucleo della città-fortezza ed occupa uno spazio importante, tanto che si estende su una porzione importante dell'isolato che lo ospita, ricompreso tra la piazza Duomo e le via Cavour, Roma e Maiorca.
Sul lato destro dell'ingresso principale (foto 3) oggi è visibile un piccolo cortile, un tempo sede di uno dei primi cimiteri cittadini, la cui chiesa di riferimento era Sant'Anna, poi trasferito per fare spazio al nuovo seminario tridentino, realizzato nella seconda metà del XVIII secolo e demolito nel 1961. Di esso su questo fronte della facciata della Cattedrale, sono ancora visibili i resti dei punti di contatto (foto 4) e la porta che consentiva l'accesso diretto in chiesa.

Sul lato sinistro dell'ingresso principale (foto 5 e 6) si può osservare una piccola cupoletta con finestrelle basse arcuate: qui è ospitato l'ufficio del parroco.

Ancora più a sinistra (foto 6), sopra gli spazi commerciali che oggi ospitano un'attività di parrucchiere, i locali della sacrestia e la sala con la cappella privata vescovile, realizzati con l'ampliamento del 1726.

Alla sinistra della sacrestia l'ex oratorio del Rosario, ora sede del Museo diocesano d'arte sacra.

Proseguendo sulla via Maiorca, all'incrocio con via Roma, proprio sulla piazzetta Sanna (foto 7, 8 e 9), si può osservare l'esterno del braccio destro del transetto, con la cupola che sovrasta la cappella dedicata a San Giuseppe.

Sulla via Roma sono sistemati il bellissimo campanile e subito appresso l'ingresso secondario (foto 10 e 11), preceduto dall'accesso al piano superiore, oggi di proprietà del Comune di Alghero e sede della Banda Musicale Dalerci.

Infine l'ottocentesco pronao, realizzato in stile neoclassico (foto 1 e 2), e giudicato da Eduard Toda "una ridicola copia fatta in gesso del colonnato del Partenone". Per la sua realizzazione lo stesso Toda riferisce che "si abbatté la vecchia costruzione" (che includeva anche un rosone di pietra traforato) "sostituendola con colonne fatte di mattoni".
 

Bibliografia:
"Storia di Alghero" di Beppe Secchi Copello, edizioni Bastiò, 1984;
"L'Alguer, un popolo catalano d'Italia" di Eduard Toda i Guell, edizioni Gallizzi, 1981

Foto 1

Foto 2

Foto 3

Foto 4

Foto 5

Foto 6

Foto 7

Foto 8

Foto 9

Foto 10

Foto 11

 

Foto 12

Foto 13

Foto 14

Foto 15

 

Aggiornato il 4.7.2009

 

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